Pubblicato il quinto rapporto mondiale. La Danimarca perde la prima posizione dopo la vicenda delle caricature di Maometto
PARIGI - Corea del Nord, Turkmenistan ed Eritrea sono i peggiori. Alcuni Paesi del Nord Europa (Finlandia e Norvegia), insieme a Svizzera, Olanda, Irlanda e Islanda sono in prima posizione. È la classifica stilata dall'associazione Reporters sans frontières nel quinto rapporto sulla libertà di stampa nel mondo, dove l'Italia si piazza 40ª, salendo di due posizioni rispetto al 2005. Manca nelle posizioni di vertice la Danimarca, a causa della pubblicazione delle famose vignette su Maometto. «Sfortunatamente non cambia niente tra i peggiori predatori delle libertà nel mondo», commenta l'organizzazione per la difesa della stampa e dei giornalisti, riferendosi agli ultimi tre, stabili rispetto al 2005.
STATI UNITI - Cambiano invece le cose, ma in peggio, in alcuni paesi come Giappone, Stati Uniti e Francia che continuano a «precipitare» nella lista che comprende 168 Paesi. In un anno gli Usa passano dal 44° al 53° posto. Nel 2002 occupavano addirittura il 17°. Una situazione «preoccupante» secondo Reporters sans frontières. «L'atmosfera tra la stampa e l'amministrazione di Bush si è nettamente deteriorata - scrive l'associazione -, dopo che quest'ultima, facendo appello alla sicurezza nazionale, sospetta tutti i giornalisti che mettono in discussione la sua guerra contro il terrorismo».
VIGNETTE SU MAOMETTO - Drammatica discesa del Giappone, che perde quattordici posizioni piazzandosi 51° in classifica. Anche la Francia perde punti: 5 in un anno e 25 in cinque anni, posizionandosi nel 2006 al 35° posto. La causa, secondo Rsf, è la «moltiplicazione delle persecuzioni nei media e del numero di giornalisti indagati». La Danimarca, 19ª, perde invece il primo posto della classifica rispetto allo scorso anno dopo la vicenda della caricature di Maometto scoppiata, insieme a un mare di polemiche e minacce, nell'autunno 2005. In questo Paese «per la prima volta, alcuni giornalisti sono stati messi sotto protezione della polizia perché minacciati per il loro lavoro» denuncia l'associazione. Il primato quindi se lo dividono Finlandia, Irlanda, Islanda e Paesi Bassi dove «non è stato registrato alcun caso di censura né di minaccia o intimidazione» ai danni dei giornalisti.
MIGLIORA L'ITALIA - La situazione italiana «migliora leggermente» dopo il periodo Berlusconi. Il Belpaese si piazza al 40° posto, seguito dalla Spagna, che resta stabile. Ma la vera notizia è che l'Italia è superata in classifica da alcuni Paesi del sud del mondo. Una «buona notizia» per Rsf: «Anche se molto poveri, questi paesi si mostrano particolarmente rispettosi della libertà di espressione». Un particolare elogio va alla Bolivia (16ª), al Benin (23°), all'isola di Mauritius (32ª), al Ghana (34°). Anche la Bosnia-Erzegovina (19ª) continua a salire comportandosi meglio di altri paesi dell'Unione Europea, come Grecia (32ª) e Germania (23ª).
GUERRA NEMICO NUMERO UNO - A «sotterrare la libertà di espressione» resta prima di tutto la guerra. Iran, Siria, Sri Lanka, Nepal, Arabia Saudita si confermano tra gli ultimi della classifica. Vi si aggiunge quest'anno il Libano che in cinque anni è sceso dal 56° al 107° posto. La situazione non cambia per Etiopia (160ª) e Cuba (165ª). Al contrario, il cambio di regime si è mostrato salutare per il Togo (da 95° a 66°), Haiti (da 125° a 87°) e per la Mauritania (da 138ª a 77ª).
fonte: www.corriere.it
martedì, ottobre 24, 2006
Italia 40esima per la libertà di stampa
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